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Toscana, Forum delle Economie e B2B UniCredit. Prospettive e opportunità per l'Agrifood del territorio

Toscana, Forum delle Economie e B2B UniCredit Prospettive e opportunità per l’Agrifood del territorio

 

Un'iniziativa organizzata dalla banca in collaborazione con Allianz Trade

 

Focus sulla regione con le analisi Prometeia, esperti ed imprenditori a confronto e un B2B con 6 buyers esteri dedicato alle imprese del territorio per avviare nuove partnership commerciali

 

L'agrifood italiano si conferma uno dei comparti produttivi più rilevanti dell'economia nazionale e la Toscana si distingue come una realtà d'eccellenza all'interno di questo scenario. Con oltre 54 mila imprese attive nella filiera agroalimentare - di cui 51 mila agricole e quasi 3 mila dedicate alla trasformazione industriale - la regione genera un valore della produzione di circa 10,5 miliardi di euro, pari al 4% del totale nazionale. Il settore occupa più di 84 mila addetti e si caratterizza per un'elevata specializzazione e una spiccata vocazione all'export.

 

L'agrifood toscano è riconosciuto per l'alta presenza di prodotti DOP, IGP e biologici e guida a livello nazionale il settore degli agriturismi (oltre 5 mila) che integrano esperienze educative e culturali per diversificare i redditi e aumentare la resilienza delle aziende. La Toscana è chiamata a consolidare la sua capacità di innovare e guidare la transizione tecnologica ed ESG, affrontando le sfide di un contesto macroeconomico complesso e la minaccia di nuovi dazi.

 

Per fare il punto sulla situazione e avviare un confronto costruttivo con i principali protagonisti della filiera, UniCredit, in collaborazione con Allianz Trade, ha organizzato un nuovo Forum delle Economie dedicato al comparto agroalimentare toscano. L'evento ha rappresentato un'importante occasione di dialogo e approfondimento, con un focus sulla regione arricchito dalle analisi di Prometeia e dai contributi di esperti e imprenditori, che hanno illustrato prospettive e opportunità per lo sviluppo del settore.

 

L'incontro, realizzato a Peccioli (Pisa), presso Incubatore Di Impresa, è stato aperto dai saluti di Renzo Macelloni, Sindaco di Peccioli; Andrea Benigni, Responsabile Vendite Allianz Trade in Italia; e Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit.

 

Subito dopo, Giampaolo Morittu, Senior Specialist Prometeia, ha parlato di "Scenari e conflitti globali, le sfide per l'export della Filiera Agrifood", commentando i risultati del focus condotto sul comparto in Toscana.  Alessandro Tosi, Referente Agribusiness Corporate Italy UniCredit, ha quindi illustrato le principali soluzioni per il sostegno finanziario dedicato alle imprese del settore; e Patrizia Di Giulio, Credit Account Manager Allianz Trade, è intervenuta sui temi "Tendenze macroeconomiche e rischi d'insolvenza".

 

L'iniziativa è stata arricchita da una tavola rotonda sul tema "I fattori di crescita dell'Agrifood, Internazionalizzazione e Innovazione. Riflessioni sul futuro prossimo", moderata da Alessandro Tosi, che ha visto confrontarsi Stefano Busti, Presidente Busti Formaggi Spa; Marco Morelli, AD L. Morelli e Figlio Srl; Alessandro Arbi, Presidente Arbi Dario Spa; Fabio Rafanelli, Agente Generale Allianz Trade Medio Tirreno; e Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit, cui è stata affidata la chiusura dei lavori.

 

Il forum è una delle tappe di #italianEXPerience, un percorso di UniCredit dedicato all'export delle principali filiere del Made in Italy, al fine di facilitare l'incontro tra domanda e offerta e favorire l'avvio di nuove partnership commerciali internazionali.

 

Con questo obiettivo per le imprese del comparto è stato organizzato nel pomeriggio anche un B2B con 6 buyers provenienti Polonia, Danimarca, Francia e Romania: un'opportunità concreta per avviare nuove partnership commerciali.

 

Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit, rimarca: "Le chiavi del successo dell'agrifood toscano risiedono in un mix di diversi fattori, tra cui spiccano l'eccellenza produttiva, la sostenibilità e l'innovazione. UniCredit è in grado di accompagnare le imprese locali del comparto, fornendo consulenza specializzata, prodotti e servizi dedicati, capaci di rispondere in concreto alle esigenze della filiera. Nel complesso scenario attuale, inoltre, caratterizzato da tensioni commerciali emergenti sui mercati internazionali, il nostro Gruppo può ancor più fare la differenza, sfruttando anche il proprio ampio network paneuropeo per sostenere le imprese nella realizzazione di efficaci strategie di diversificazione dei mercati di sbocco. Il B2B realizzato oggi per le imprese toscane ne è un esempio concreto".

 

"Le incertezze dei mercati internazionali, i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori - sempre più orientati verso prodotti di qualità, sostenibili e legati al territorio - e la doppia transizione green e digitale spingono le imprese dell'Agrifood Made in Italy a rafforzare la propria identità e a puntare con più decisione sull'export, alla luce della strutturale stagnazione dei consumi interni - dichiara Giampaolo Morittu, Senior Specialist Prometeia -. In questo scenario, la Toscana, simbolo di tradizione, autenticità e regione tra le più virtuose in termini di sostenibilità, è chiamata a valorizzare con più forza le proprie eccellenze e consolidare il proprio ruolo sui mercati mondiali, affrontando con successo le sfide globali, non ultime quelle lanciate dalla nuova politica commerciale americana".

 

"Aumento delle insolvenze ed incertezza macroeconomica - commenta Andrea Benigni, Responsabile Vendite Allianz Trade in Italia - hanno messo a dura prova le imprese, soprattutto quelle più fragili. Per il settore dell'agroalimentare, che ha una forte vocazione all'export, questi fattori si sono tradotti in rischi di credito significativi. Le aziende di questo settore, già esposte alle dinamiche dei mercati internazionali, hanno dovuto affrontare ulteriori complicazioni legate ai pagamenti e alle condizioni finanziarie dei loro partner. Questo ha spinto molte imprese a cercare soluzioni per proteggere i loro crediti commerciali e garantire la continuità del loro business".

 

 

Sintesi Analisi Prometeia - La filiera italiana dell'Agrifood: l'Italia e il nuovo contesto internazionale. Focus sulla Toscana

 

L'agroalimentare toscano affonda le sue radici in una solida eredità storica e in una costante capacità di adattamento. Il patrimonio enogastronomico della regione è riconosciuto a livello mondiale, ma dietro l'immagine di qualità e autenticità dei suoi prodotti si muove un sistema produttivo che, oltre ad aver affrontato trasformazioni profonde negli ultimi anni, è oggi chiamato a confrontarsi con nuove sfide ambientali, economiche e sociali che ne ridefiniranno strategie e prospettive.

 

Solo nella fase produttiva della filiera, in Toscana sono attive oltre 54 mila imprese (51 mila agricole e quasi 3 mila nella trasformazione industriale), per un valore della produzione di 10,5 miliardi di euro (il 4% del totale nazionale) e oltre 84 mila addetti.

 

L'agricoltura toscana ha puntato e continua a puntare sulla distintività dei propri prodotti, con una delle più alte densità di DOP, IGP e certificazioni biologiche a livello nazionale. Questa vocazione identitaria si accompagna a un'adozione crescente di pratiche innovative: uso di tecnologie digitali in campo (agricoltura di precisione), energie rinnovabili (soprattutto fotovoltaico e biomasse) e modelli di economia circolare per la gestione sostenibile delle risorse.

 

Negli ultimi anni, si è rafforzata anche la tendenza verso la multifunzionalità agricola: agriturismi (con oltre 5 mila, la Toscana è nettamente in testa nel ranking nazionale), attività educative e culturali legate al mondo rurale, esperienze immersive. Queste iniziative hanno permesso alle aziende di diversificare il reddito e aumentare la resilienza economica, soprattutto nei periodi di instabilità. Il comparto della trasformazione alimentare in Toscana è legato a doppio filo al mondo agricolo regionale con aziende che operano in filiere fortemente legate al territorio: vino, olio, salumi, latticini, farine e prodotti da forno. La riduzione dell'intermediazione commerciale, attraverso l'e-commerce, le reti locali e il turismo gastronomico, ha incentivato lo sviluppo di filiere corte e relazioni dirette tra produttore e consumatore.

 

Come nel resto d'Italia, anche in Toscana il numero delle aziende agricole è in forte diminuzione, passato in vent'anni da oltre 120 mila alle attuali 51 mila unità. Tuttavia, la superficie agricola utilizzata (SAU) non ha subito cali proporzionali, segno di una crescente concentrazione e razionalizzazione del settore. La dimensione media aziendale è oggi attorno ai 12 ettari, superiore alla media nazionale e quasi raddoppiata rispetto all'inizio degli anni duemila.

 

Tuttavia, nella sua dimensione economica, il tessuto produttivo della filiera si caratterizza per un'estrema polverizzazione dell'offerta, sia nella fase agricola a monte che nella fase di trasformazione a valle. Un'azienda dell'industria alimentare toscana fattura in media 2,2 milioni di euro contro i 3,6 nazionali e il 60% circa del valore della produzione agricola toscana è generato da aziende con fatturato inferiore ai 2 milioni di euro, a fronte del 54% del totale Italia.

 

Se da un lato l'estrema frammentazione dell'offerta rappresenta una risorsa preziosa per l'agrifood toscano, dall'altro può rivelarsi un limite, andando ad ostacolare il pieno accesso ai mercati esteri soprattutto in prospettiva. Nel corso del 2024 le esportazioni agroalimentari della regione hanno sfiorato i 4 miliardi di euro, livello di massimo storico pari a poco meno del 6% del totale nazionale. Un risultato che ha origini lontane, non casuale, frutto di un processo di internazionalizzazione culminato negli ultimi anni in una crescita media annua delle esportazioni più vivace rispetto alla media italiana, nell'ordine del 10% all'anno nel 2019-2024 (contro il 9% nazionale).

 

Numeri che testimoniano come l'apertura internazionale abbia rappresentato un importante motore di crescita per l'agroalimentare toscano e che, in questa fase storica, pongono inevitabilmente preoccupazioni e dubbi tra gli operatori del settore.  In un contesto globale già instabile - tra tensioni geopolitiche, rialzi dei costi logistici e delle materie prime - si è andata a innestare la guerra commerciale lanciata dagli Stati Uniti. Il comparto agroalimentare è potenzialmente più colpito di altri settori economici italiani, con i 10 miliardi esportati nel 2024 che ne fanno il terzo settore italiano per vendite oltreoceano e che rappresentano oltre il 15% dell'export settoriale. Una percentuale che sale al 27% per l'agrifood toscano che risulta pertanto tra i più esposti a questo rischio, sia per i contraccolpi economici diretti (calo delle vendite oltreoceano) che per quelli indiretti (aumento della pressione competitiva su altri mercati, in primis quello interno). Un rischio elevato che le aziende toscane saranno chiamate a mitigare adottando strategie adeguate, come l'ulteriore valorizzazione delle proprie produzioni (riducendone quindi l'elasticità della domanda al prezzo) e la ricerca di mercati alternativi. La Toscana parte indubbiamente da una posizione solida, ma sarà la sua capacità di innovare mantenendo identità a determinarne il ruolo nei prossimi anni nel panorama agroalimentare italiano ed europeo.